mercoledì 1 luglio 2015

Tonolo dei golosi

Entro nella pasticceria di Tonolo a Venezia. C’è ogni sorta di leccornia per soddisfare i gusti anche dei palati più esigenti.
Le ordinazioni infatti hanno un ventaglio quasi infinito di varianti.
Macchiato caldo, cappuccino tiepido, con poca schiuma, orzo lungo, caffè decaffeinato, con zucchero di canna, edulcorante, fruttosio o miele. Succhi di frutta e spremute.
Croissant alla crema, alla marmellata di mirtilli, con miele, più o meno cotti, brioche con semi di papavero, uvetta, cannella, mandorle tostate o pistacchi.
Bignè e biscotti di ogni tipo.
Prima che cominci a girarmi la testa seguendo le altre mille possibilità e combinazioni, ordino il mio bignè alla crema di cioccolato fondente. Mentre la glassa si scioglie lentamente sulle mie dita scaldate dalla tazza di uno schiumoso cappuccino, penso di essere entrata nel girone dei golosi. Il canto VI dell’Inferno.

Volti nuovi e volti consueti
mi veggio intorno, come ch’io mi mova 
e ch’io mi volga, e come che io guati. 
Sovra la gente che quivi è sommersa
poso i miei occhi curiosi.
Simili a Cerbero, come fiere crudeli e diverse
vorrebbero avere tre gole per poter mangiare
ogni ghiottoneria che si presenta ai loro occhi.
Caninamente latrano mentre chiedono
chi un croissant ai frutti di bosco,
chi un bignè alla crema,
chi un cappuccino con soffice schiuma.
Briciole grosse e gocce di  caffè nero
cadono al suolo, mentre per l’aere
sale il profumo di zucchero a velo.
Li occhi spalancati, la barba unta
e il ventre largo e imbrattate le mani
a spintoni avanzano verso il banco
che ogne tentazione cela sotto il vetro.
Urlar li fa la folla come oche.
Entro, mirando le facce lorde
de l’anime che volgonsi e, con bocche aperte,
divorano bramose le paste.
Passo anch’io agognando il pasto,
tra l’ombre, tutte quante, che si racquetano
solo dopo che il croissant hanno mangiato.


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